In passato si pensava che la funzione della vitamina K fosse esclusivamente legata ai processi di attivazione dei fattori della coagulazione. Tuttavia negli ultimi dieci anni ha assunto sempre più importanza la vitamina K2, in relazione al suo ruolo nell’ambito delle malattie cardiovascolari e dell’osteoporosi.
La Vitamina K2 ha la funzione principale di consentire al calcio assunto con l’alimentazione e circolante nel sangue di non depositarsi nelle arterie e di depositarsi invece preferenzialmente a livello osseo. La conseguenza è un diminuito rischio di formazione di “placche” di calcio nelle arterie e, al contrario, un aumento della calcificazione ossea.
In questo modo la Vitamina K2 riduce il rischio delle patologie cardiovascolari e, secondo studi recenti, l’insorgenza di patologie degenerative cerebrali quali la demenza senile e il morbo di Alzheimer,.
Secondo il Professor Cees Vermeer:
"L’unico meccanismo che hanno le arterie per proteggersi dalla calcificazione è attraverso la proteina vitamina K dipendente MGP. L’MPG è l’inibitore più potente della calcificazione dei tessuti molli attualmente conosciuto, ma adulti sani in carenza di vitamina K producono questa proteina in forma inattiva per il 30%. In questo modo la protezione dalla calcificazione cardiovascolare è solo del 70% nella popolazione giovane e sana e tende a decrescere con l’età.”
La vitamina K entra in un delicato rapporto con la vitamina D; mentre la vitamina D migliora lo sviluppo osseo aiutando l’assunzione del calcio, la vitamina K2 dirige il calcio verso lo scheletro prevenendo la deposizione in luoghi non appropriati, come gli organi, le articolazioni e le arterie. Una parte consistente della placca arteriosa è costituita da depositi di calcio (aterosclerosi), da qui il termine “indurimento delle arterie”.
La vitamina K2 attiva un ormone chiamato osteocalcina, prodotto dagli osteoblasti, che è necessario per vincolare il calcio nella matrice delle ossa. L’osteocalcina, inoltre, sembra che aiuti a prevenire che il calcio si depositi nelle arterie. In altre parole, senza l’aiuto della vitamina K2, il calcio che la vitamina D procura così efficacemente potrebbe depositarsi nelle arterie piuttosto che nelle ossa.
La Vitamina K2 (menachinone, MK) è prodotta dai batteri, ed è presente in alte quantità nell’intestino, ma sfortunatamente è scarsamente assorbita e passa nelle feci. La troviamo direttamente nelle pareti dei vasi sanguigni, nelle ossa e nei tessuti, oltre che nel fegato. Si trova nei cibi fermentati, particolarmente nei formaggi e nel Natto, un cibo giapponese a base di semi di soia fermentati, che ne è la maggiore fonte.
La calcificazione arteriosa a livello dei più importanti vasi sanguigni al di fuori del cervello, visibile nelle scansioni di risonanza magnetica (MRI), si associa a malattia vascolare cerebrale e può essere collegata a rischi futuri di demenza e ictus.
E’ noto da tempo che gli individui che presentano una carenza di calcio nello scheletro (cioè sono a rischio di osteoporosi o sono già osteoporotici) hanno una più elevata tendenza ad andare incontro alla malattia cardiovascolare per la presenza di calcificazioni a livello dei vasi arteriosi (coronarie, vasi cerebrali e renali). Al contrario, chi presenta più calcio a livello dello scheletro tende ad avere minori depositi calcifici nelle arterie e quindi minor rischio cardiovascolare.
Alla base di questo fenomeno, noto come “Paradosso del calcio”, esiste una non corretta utilizzazione da parte dell’organismo del minerale quotidianamente assunto con gli alimenti o con gli integratori.
Oggi sappiamo che la giusta presenza di calcio a livello dei vasi e anche nello scheletro è legata, alla presenza e all’attività della vitamina K2, in grado sia di evitare la calcificazione delle arterie e l’insorgenza dell’arteriosclerosi, sia di prevenire l’osteoporosi.
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