Sodio - Potassio : Demetrio Sodi Pallares

Cosa ne pensa della corretta convivenza tra SODIO e POTASSIO il Dott. Demetrio Sodi Pallares, inventore dell’elettrocardiografia poliparametrica.
Demetrio Sodi Pallares è nato a Città del Messico l’8 giugno del 1913, si è laureato in medicina nel 1936 e si è specializzato in cardiologia nel 1941. E’ uno dei massimi esperti mondiali di elettrocardiogramma, inventore dell’elettrocardiografia poliparametrica, che permette di studiare gli squilibri metabolici del cuore. Dal 1944 al 1975 è stato il responsabile del Dipartimento di Elettrocardiologia dell’Istituto messicano di Cardiologia, da cui si è dimesso per contrasti derivanti dalle sue idee. Attualmente è membro dell’Accademia messicana di medicina.   Bene e Male. Potassio e Sodio. Il segreto della vita, anzi della malattia, è nella lotta tra questi due elementi chimici caricati elettricamente. O meglio, nella corretta convivenza tra loro: il sale (cloruro di sodio) deve essere relegato al di fuori delle cellule, nei liquidi dell’organismo, il potassio dentro. L’energia vitale deriva dalla netta separazione di questi due elementi e dalla loro giusta collocazione. Una cellula cardiaca che ha subito un infarto, che è morta per un infarto, è invasa dal sodio e quasi svuotata del potassio. E’l’ ”entropia”, il caos energetico, la morte. Salta la cosiddetta “pompa del sodio”, quel meccanismo che permette la differenza di energia tra interno ed esterno della cellula, che funziona grazie al potassio e che tiene il sodio sempre all’esterno. Quando avviene l’opposto, vuol dire che è saltato il metabolismo cellulare, che non c’è più energia vitale, che è la fine. E tra la vita e la morte ci sono i passaggi intermedi, la malattia, l’invecchiamento; tutti caratterizzati da un deterioramento dei meccanismi che consentono un buon metabolismo, un buon utilizzo dell’energia. Più potassio e meno sodio è, quindi, la ricetta per vivere bene, per non invecchiare, per prevenire la malattia e, in particolare, per curare gli acciacchi del cuore. A sostenerlo, ormai da decenni, e a metterlo in pratica è un cardiologo di fama internazionale, un”mostro sacro” dell’elettrocardiografia, di quei misteriosi –per i profani- tracciati che registrano il benessere o il malessere del cuore, “delle cellule cardiache” come dice lui, Demetrio Sodi Pallares. Messicano, 77 anni splendidamente portati (“a 40 anni ne dimostravo 70, poi ho cominciato ad applicare le mie teorie su me stesso ed oggi ne dimostro 40”), un lungo passato di ricercatore e di medico “al di sopra di ogni sospetto” che ha pagato con la carriera la fede nelle sue idee, un filosofo della vita che considera l’uomo “un sistema biologico con dignità di persona”. La storia della “dieta povera di sodio e ricca di potassio” è, in un certo senso, la storia della sua vita: “Nel 1944 –racconta- durante la seconda guerra mondiale, mia madre era affetta da una grave insufficienza cardiaca. E la situazione era tale da non prevedere più di due anni di vita. I medici che la curavano, cardiologi molto esperti, le avevano prescritto diuretici mercuriali, digitale e una dieta a basso contenuto di colesterolo. Le era permesso, però, mangiare alimenti ricchi di sale, qualora fossero poveri di grassi. Quella cura, però, non mi convinceva: i diuretici, che davano seri effetti collaterali, servivano a buttar fuori il sodio, ma al tempo stesso erano consentiti cibi salati. Un circolo vizioso. Così, senza capire quello che stavo facendo, preparai una dieta povera di sodio e ricca di potassio. Non c’era alcuna ragione scientifica in questa mia scelta ma, senza dubbio, ebbi molta fortuna nel preparare sin dall’inizio il “menù” giusto: non più di 360 mg di sale al giorno e oltre 3600 mg di potassio. A quei tempi ignoravo addirittura l’importanza del potassio per il cuore. Il risultato fu spettacolare: mia madre visse normalmente per altri 15 anni senza bisogno di medicine. Mi resi conto di avere tra le mani qualcosa di molto importante, ma il mio entusiasmo fu subito ostacolato dal comportamento della maggior parte dei cardiologi dell’Istituto Nazionale di Cardiologia del Messico dove conducevo studi sperimentali sull’elettrocardiografia”. Da allora, Pallares ha curato oltre cinquemila pazienti e ha studiato il perché dell’efficacia della sua dieta. E oggi ce lo può svelare. “Il metabolismo è l’insieme delle reazioni chimiche che avvengono in tutte le cellule per produrre energia. Nessuna delle funzioni del cuore e delle cellule di tutto il corpo potrebbe avvenire senza energia, la capacità di produrre lavoro”, dice Pallares, che così continua: “L’energia si trova dentro una molecola chiamata ATP (adenosintrifosfato) che rompendosi la libera offrendola per tutti i lavori del corpo umano: per pensare, per camminare, per amare, per mangiare. L’elettrocardiogramma ci informa sulla salute del metabolismo che produce energia, in particolare l’ ”elettrocardiografia poliparametrica” (messa a punto dallo stesso Pallares, che ha la capacità, riconosciuta internazionalmente, di far “parlare” i tracciati dell’ECG anche quando agli altri medici non dicono niente) ci consente di vedere se c’è un’alterazione metabolica, anche in mancanza di malattie. E se c’è un’alterazione bisogna cercarne la causa: dieta troppo ricca di sale, squilibri ormonali, diabete, reni che funzionano male. Oggi conosciamo gli elementi che stimolano il metabolismo cellulare: il potassio e il magnesio e quelli che lo alterano: sodio, cloro, calcio. La dieta che propongo ormai da anni agisce su queste conoscenze e mantiene un buon metabolismo. I farmaci non servono o, se proprio non se ne può fare a meno, possono agire anche a dosaggi molto più bassi. E’ questo il segreto per evitare l’infarto, l’angina, l’insufficienza cardiaca; per ritardare l’invecchiamento. Un buon metabolismo, quello di un giovane, spende energie anche per mantenere sodio, cloro e calcio fuori dalle cellule, dove al contrario devono stare potassio e magnesio. Perché vi sia una malattia di cuore, la morte di cellule cardiache, bisogna che il sodio entri all’interno della cellula e che potassio e magnesio ne escano. Lo stesso accade per il cancro. Vi sono studi di molti autori nordamericani che hanno visto più sodio e cloro e meno potassio, magnesio e ATP nelle cellule cancerogene” E i farmaci? “Possono essere ridotti o addirittura eliminati. Se ne evitano così gli effetti collaterali che in alcuni casi peggiorano le malattie cardiache e, alla lunga, portano al tavolo operatorio. Numerosi miei pazienti, candidati al trapianto per gravi insufficienze cardiache, vivono ormai da anni, da decenni, grazie alla dieta e ad alcuni semplici esercizi fisici che ho insegnato loro. I farmaci li hanno dimenticati. E hanno fatto bene. In tanti anni di ricerche ho potuto verificare, all’esame dell’elettrocardiogramma, che le modificazioni provocate dall’assieme dei farmaci per le cardiopatie e l’ipertensione si rivelano simili a quelle causate dai danni al cuore che portano all’angina”. Le idee di Pallares cominciano solo oggi a prendere piede anche in molti centri nordamericani ed europei. In molti reparti di cardiologia, come al San Paolo di Milano, è stata da poco introdotta la dieta iposodica e ricca di potassio per i degenti. Lui sorride a ammicca: “Le idee nuove hanno bisogno di tempo per essere accettate, soprattutto se non sono sponsorizzate”. Articolo di Mario Pappagallo comparso sull'inserto Corriere Salute de Il Corriere della Sera del 18-06-1990

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