È noto per avere una valida azione protettiva sul fegato, legata alla silimarina. Infatti è in grado di proteggere le cellule del fegato dai danni loro causati da sostanze tossiche come il tetracloruro di carbonio, la galattosamina, la tioacetamide e la falloidina, tipica del fungo Amanita phalloides.
E' una pianta praticamente priva di tossicità anche per dosaggi molto elevati. Dosi di 1g per kg di peso al giorno nel cane non hanno evidenziato segni di intolleranza, sia per trattamenti brevi (7 giorni), sia di media durata (30 giorni) sia di lunga durata (90 giorni). Anche gli esperimenti sulla tossicità fetale eseguiti su conigli non hanno evidenziato effetti negativi di rilievo.
Chiunque abbia avuto epatiti, cirrosi o alterazioni dei parametri epatici dovrebbe aggiungere il cardo mariano come integratore. In effetti, non farebbe male se tutti lo prendessero abitualmente come erba tonica.
La silimarina può avere un blando effetto lassativo dovuto alla stimolazione della cistifellea, ma questo effetto dura solo due o tre giorni e poi scompare. L'uso di questa sostanza dovrebbe essere evitata da coloro che hanno forti occlusioni alle vie biliari, a causa del fatto che la silimarina viene eliminata dal corpo attraverso dette vie.
Distinguamo l'assunzione a scopi curativi da quella a scopi di mantenimento e prevenzione.
A scopi curativi: 400-600 mg di Silimarina trè volte al giorno, dopo i pasti
A scopo preventivo o di mantenimento: 200 mg al giorno, dopo il pasto
L'assunzione può prolongarsi anche per lungi periodi di tempo senza far rilevare alcun effetto collaterale.