Tra i diversi fattori patogenetici di malattie psichiche (in particolare della depressione) e neurologiche, il ruolo svolto da alterazioni biochimiche cerebrali è da tempo sotto investigazione: molte ricerche sono state effettuate sulle alterazioni del metabolismo delle amine biogene, fino a giungere alla “ipotesi aminica” della patogenesi dei disturbi suddetti.
Esistono prove sufficienti per ritenere importante, nella genesi dei disturbi neuropsichiatrici, un’alterazione dell’attività cerebrale causata da squilibrio della sintesi, dello stoccaggio, della liberazione o della inattivazione delle amine e in particolare della serotonina: questa infatti risulta diminuita nel tessuto cerebrale di individui depressi, come diminuito e, nel liquor di questi malati, il tasso del suo metabolita, l’acido 5-idrossi-indolacetico. E’ stata anche accertata una positiva correlazione tra gravità della depressione e concentrazione di questo metabolita nonché un suo aumento nelle fasi di recupero clinico dopo trattamento con elettroshock o antidepressivi triciclici ed anti-M.A.O. Del pari, in alcune sindromi neurologiche esiste un deficit di serotonina. Essendo inutilizzabile la serotonina esogena, è necessario che venga sintetizzata nei siti di azione a partire dall’aminoacido precursore: il triptofano. Ma solo l’1% del triptofano esogeno viene trasformato in serotonina. Al contratrio, il L-5-idrossitriptofano attraversa agevolmente la barriera ematoencefalica, evita il passaggio obbligato della triptofano-idrossilazione e viene convertito totalmente in serotonina per la presenza nel tessuto cerebrale di un enzima specifico, la 5-idrossitriptofano-decarbossilasi.
Il L-5-HTP è ben assorbito per via orale; a differenza del suo precursore, non si lega alle sieroproteine e viene rapidamente decarbossilato. Il passaggio della barriera ematoencefalica è ugualmente rapido. Nel ratto albino dopo somministrazione di L-5-HTP si rileva un aumento di serotonina cerebrale che raggiunge l’apice ai 30 minuti. Nel topo la dose di 1 g/kg determina l’innalzamento della serotonina cerebrale da 0,58 mcg a 20 mcg. Nella scimmia la dose di 30 mg/kg aumenta in un’ora i livelli di serotonina cerebrale in maniera considerevole, da due a sei volte a seconda delle regioni esplorate. L’eliminazione avviene per via renale sotto forma di acido 5-idrossi-indol-acetico, catabolita della serotonina. Dopo somministrazione unica per os di 200 mg/kg nel ratto, l’apice della eliminazione si ha alla 24a ora.
Fonte: http://www.torrinomedica.it/farmaci/schedetecniche